Elementi per la riflessione.
Dove mi trovo oggi nel cammino spirituale: lontano da Dio, sulla via del ritorno o nella casa del Padre?
In che modo posso vivere concretamente la misericordia nella mia vita quotidiana?
Questa parabola mi invita a cambiare qualcosa nel mio rapporto con Dio e con gli altri?
Quali sono i frutti maturi che nella misericordia posso raccogliere?
Mi sono domandato da credente sul fare festa godendo e vivendo felice e pieno di gioia della misericordia di Dio?
Carissimi fratelli e sorelle,
Il Vangelo di oggi ci presenta una delle pagine più commoventi delle Scritture: la Parabola del Figlio Prodigo, o meglio, la parabola del Padre Misericordioso. Questo racconto ci parla della misericordia infinita di Dio, della nostra fragilità e della chiamata alla conversione.
- Il figlio che si allontana
Il figlio minore chiede l’eredità al padre e parte per una terra lontana, sperperando tutto in una vita dissoluta. Questa scelta rappresenta la nostra tendenza ad allontanarci da Dio, a cercare felicità e realizzazione lontano da Lui. Ma quando le nostre sicurezze crollano, ci rendiamo conto di essere vuoti, come il figlio prodigo che si trova a pascolare i porci, il simbolo della massima degradazione per un ebreo.
Quante volte anche noi ci allontaniamo da Dio, credendo di poter trovare libertà e felicità altrove! Ma il peccato non ci porta alla vera gioia, bensì alla solitudine e alla tristezza.
- Il ritorno e l’abbraccio del Padre
In un momento di disperazione, il figlio “rientra in sé stesso” e decide di tornare dal padre. Non lo fa per amore, ma per necessità, perché ha fame. Eppure, il padre, che lo attendeva da sempre, lo vede da lontano, corre verso di lui, lo abbraccia e lo riveste con il manto della dignità, l’anello dell’appartenenza e i sandali della libertà.
Questo gesto ci mostra il cuore di Dio: Egli non aspetta che il peccatore si sia pienamente purificato per riaccoglierlo, ma lo abbraccia subito, senza rimproverarlo. È il segno di un amore incondizionato, che non si lascia condizionare dal passato, ma guarda al futuro della relazione ritrovata.
- Il fratello maggiore e il nostro cuore chiuso
Il fratello maggiore rappresenta coloro che vivono nella casa del Padre, ma senza comprenderne davvero l’amore. Egli non riesce a gioire per il ritorno del fratello, è geloso e si sente ingiustamente trattato. Quante volte anche noi ci comportiamo così! A volte pensiamo di essere “giusti” e fatichiamo ad accettare che Dio perdoni chi ha sbagliato.
Ma Dio ci invita a cambiare il nostro cuore, a non essere schiavi di un senso di giustizia freddo e severo, ma ad accogliere il suo amore che perdona e guarisce.
- La chiamata alla conversione
Questa parabola ci interpella profondamente: chi siamo noi in questa storia? Siamo il figlio minore che si è allontanato e ha bisogno di tornare? Siamo il fratello maggiore, invidiosi della misericordia del Padre? O siamo chiamati a imitare il Padre stesso, imparando ad accogliere e perdonare senza misura?
La Quaresima e ogni momento della nostra vita sono un’opportunità per tornare al Padre, che non si stanca di attenderci. Egli ci corre incontro, ci abbraccia e ci restituisce la nostra dignità di figli amati.
Fratelli e sorelle, lasciamoci abbracciare da Dio! Non rimaniamo lontani nella nostra paura o nella nostra autosufficienza. Accogliamo il Suo amore e impariamo a donarlo agli altri.
Don John Betancur
Fabio
Dio persona sempre e tutti!
Importante e’ non avere un abili per perseverare all’errore