Condivisione “solidale” della Parola di Dio nell’inizio della Quaresima 2025 (Gl 2, 12-18.; Sal 50/51; 2Co 5, 20-6.2; Mt 6, 1-6.16-18). Una sentesi per il mio vivere cristiano – N°3
Con il Mercoledì delle Ceneri, da cristiano, ho iniziato in modo solenne il cammino di quaranta giorni di preparazione alla Santa Pasqua 2025. E’ il cammino di penitenza, di preghiera e di carità.
Forse mi farebbe paura la parola “penitenza”? Penitenza non è una tristezza. In senso positivo, essa è uno strumento per farmi arrivare alla gioia della Luce del Signore morto e risorto. E’ un tunnel che mi porta a vedere l’orizzonte della Vittoria del Signore sul male e le sue tenebre.
Tre sono gli strumenti che mi vengono proposti da Gesù per riuscire a vivere meglio questo Tempo forte di preparazione alla Pasqua: Elemosina o carità, preghiera e digiuno, ma “in segreto” perché il mio Padre che vede nel segreto mi ricompenserà – insiste Gesù – (cfr. Mt 6, 1-6.16-18).
Ma che vuole dire “segreto” in questo contesto? Vuole dire essere in rapporto intimo intenso con il Signore, quale rapporto che rende “autentica” la preghiera, dona “valore ” al digiuno e “rafforza” la carità. Quindi il rapporto che dà senso alla pratica della carità, della preghiera e del digiuno.
Il profeta Gioèle comunica ciò che vuole il Signore: lacerare non le vesti ma “i cuori”, tornare da Lui per sperimentare la gioia del perdono e della misericordia(cfr. Gl 2, 12-18).
San Paolo mi consiglia di non rimandare la decisione per la conversione del mio cuore: farlo ora che è il momento favorevole della Salvezza; è ora il momento di riconciliarmi col Signore (cfr. 2Co 5, 20-6,2), non domani, non dopodomani, non fra una settimana, un mese, un anno, ecc….
Quest’ “ora” m’invita a prendere sul serio il “Sacramento della Misericordia di Dio” che si chiama ugualmente Sacramento della Riconciliazione, del “Perdono”, della “Penitenza”, della “Confessione”.
La materia, cioè ciò che viene portato nella confessione, non sono le buone opere e i successi…, ma i peccati, le fragilità, le debolezze a cui Dio dà la cura della sua Grazia.
Infine quando vado al Sacramento della Riconciliazione, mi occorre fare un buon esame di coscienza con la consapevolezza del senso di peccato e della grandezza dell’Amore di Dio e del suo dono.
“La riconoscenza del peccato personale e la confessione individuale ci ricordano che, nel peccato del mondo che offende Dio e colpisce i nostri fratelli, abbiamo la nostra parte di responsabilità. La purificazione non basta a produrre l’unione con Dio, poiché questa può realizzarsi solo nell’amore e attraverso di esso” (San Giovanni Paolo II).
“La reconnaissance du péché personnel e l’aveu individuel nous rappellent que, dans le péché du monde qui offense Dieu et qui atteint nos frères, nous avons notre part de responsabilité. La purification ne suffit pas à produire l’union à Dieu, car celle-ci ne peut s’accomplir que dans et par l’amour” (Saint Jean-Paul II, Une pensée par jour, Médiaspaul, Montréal, 2009, p. 26. 27).
Sac. Faustin Kankanga Mundendi
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