Condivisione solidale della Parola di Dio della VII Domenica del Tempo Ordinario dell’Anno liturgico C (TOC) : Lc 6, 27-38. Une sintesi per il mio vivere cristiano – N. 1.

In pieno Discorso sulla Montagna, Gesù insegna sull’amore per i nemici: coloro che fanno del male, che maltrattano e sono incapaci di compiere il bene…
Gesù, nel suo cuore, non ha nemici, anche se subisce inimicizia e malvagità. Infatti, a Getsemani, nell’istante in cui veniva tradito da Giuda, egli gli dice: “Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’Uomo?”. Giuda, il traditore, restava un amico per cui darà la vita. Giuda si sarebbe salvato e avrebbe usufruito del perdono di Dio – come Pietro – se non si fosse impiccato?

Gesù invita a porgere l’altra guancia! È un invito alla non violenza e alla non vendetta, a risolvere le questioni problematiche non con la forza della massa muscolare, ma con il ragionamento, il dialogo e la forza della mente. Di certo, Gesù non mi chiede di farmi schiaffeggiare fisicamente.
Ad esempio, nella notte del Giovedì Santo, quando aveva risposto alle domande del sommo sacerdote Caifa, gli fu dato uno schiaffo da una guardia del sommo sacerdote, che aggiungeva: “Così rispondi al sommo sacerdote?”. Gesù, però, non gli porge l’altra guancia per essere schiaffeggiato ancora fisicamente, ma fa ragionare quella guardia dicendo: “Se ho parlato male, mostrami dove ho parlato male, ma se ho parlato bene, perché mi schiaffeggi (o mi percuoti)?”. Gesù risponde pacificamente, facendo ragionare e invitando alla non violenza.

Questo non vuole dire che non si possa usare la forza per difendersi, nel caso di una legittima difesa a delle precise condizioni o nella missione dell’ordine della vera pace con l’ingerenza umanitaria per disarmare un aggressore, come insegna la Dottrina Sociale della Chiesa.

Gesù intima: “Perdonate i vostri nemici…”! Il perdono non è un atto puramente umano. È un dono dall’Alto, come si direbbe in filosofia per ciò che è umanamente impossibile da perdonare. È diverso dal “scusare” e dal “comprendere”. È un dono che non si chiede né si aspetta, perché è un dono gratuito che scaturisce dall’Alto, filosoficamente parlando, dalla Misericordia di Dio, anche per gli ingrati e i cattivi!

Ecco perché Gesù chiede in più di non giudicare, perché il vero giudizio è di Dio, che ha una visione completa e globale della realtà. Perciò la vera misura di ogni mossa umana sul terreno del disporsi al perdono e alla misericordia da ricevere e dell’eventuale dare non è l’uomo, ma l’Amore di Dio.

Un malinteso maggiore sul perdono è quello di pensare che il perdono sia una debolezza. Al contrario, solo una persona interiormente forte può osare perdonare, perché si tratta di scrivere una pagina nuova e positiva sulla pagina negativa della storia di ferite e delle pieghe esistenziali.

Questo vale per ogni comunità di persone (credenti), in coppia, in famiglia, nella comunità parrocchiale, diocesana, comunale, provinciale, nazionale, internazionale, intercontinentale…

Ecco la novità radicale del Vangelo, del comandamento dell’amore cristiano… È un cammino che si fa e che è da fare ancora.

Sac. Faustin K. M.